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2010-01-20
Allarme della Corte dei conti
sui bilanci degli enti locali
20 gennaio 2010
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L'andamento dei bilanci degli enti locali, analizzato dalla Corte dei conti "spinge a guardare con maggiore attenzione e preoccupazione alle tendenze della finanza locale, soprattutto in coincidenza con l'impegnativa fase di attuazione del federalismo, in cui il processo di decentramento della spesa sarà completato da una maggiore autonomia fiscale". Lo hanno detto Giorgio Paleologo e Maurizio Meloni, presidenti di sezione della Corte dei Conti, in un'audizione sulla finanza locale in commissione Bilancio della Camera. L'analisi dei dati 2008 mostra, fra l'altro, come nelle entrate, gli sgravi Irap e Ici "siano stati solo in parte compensati dal gettito, pur in ulteriore aumento, delle addizionali, con un conseguente notevole aumento dei trasferimenti pubblici".
I Comuni, in particolare, hanno ottenuto risultati migliori in termini di saldi rispetto a Regioni e Province, "ma a fronte di un'accentuazione delle modalità negative alla base del miglioramento". Il dimezzamento del deficit nel 2008, rileva la Corte, è infatti effetto della "crescita molto sostenuta" delle entrate, a fronte di una "forte accelerazione della spesa corrente e della caduta della spesa in conto capitale", il che fa dire alla magistratura contabile che "ancora una volta si possono rilevare le distorsioni indotte dall'esigenza di rispettare i vincoli dal Patto di stabilità interno".
Nel complesso "la situazione che si trae dai consuntivi 2008 é indicativa del rallentamento del percorso di riequilibrio della finanza degli Enti locali". In particolare, "il dato negativo, in forte peggioramento, del saldo economico finanziario corrente conferma per i Comuni l'incapacità di finanziare con le sole entrate correnti, oltre che le correlate spese, la quota capitale dei prestiti in scadenza".
La Corte dei conti ha segnalato come "il permanere di condizioni di incertezza sui contenuti del Patto, oltre a incidere negativamente sulla gestione delle amministrazioni locali, rischia di alimentare ulteriori distorsioni, assecondando un progressivo calo della dotazione infrastrutturale o incidendo sugli equilibri economico-finanziari degli Enti. Per i magistrati contabili é quindi "indispensabile pervenire a una formulazione organica e stabile delle regole di coordinamento, rafforzandone la credibilità e consentendone una piena allocazione nell'ambito della programmazione territoriale".
Per stilare il nuovo Patto di stabilità interno "si dovrà tener conto innanzitutto che l'esperienza maturata nel primo decennio di vita del Patto mette in evidenza la difficoltà di prevedere un meccanismo in grado di tener conto delle differenti caratteristiche di un universo di riferimento molto ampio (oltre 2.400 enti) e con caratteristiche gestionali e strutturali molto differenziate". Valutando gli effetti delle modifiche introdotte con due decreti legge nel 2009, la Corte sottolinea come gli effetti siano limitati nel caso del decreto di inizio 2009, così come "inferiori alle attese" potranno rilevarsi anche quelli del Dl 78, almeno in termini di impulso alle spese in conto di capitale.
20 gennaio 2010
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MILANO D'UOMO
TARANTO CASTELLO
